Musical e varietà
LA REGINA DI GHIACCIO - TURANDOT IL MUSICAL

La Regina di ghiaccio che brucia l’anima

La Regina di ghiaccio che brucia l’anima

Lorella Cuccarini torna sul palcoscenico, protagonista del nuovo family show "La Regina di ghiaccio", ideato e diretto da Maurizio Colombi. Il musical è tratto dalla medesima fiaba, cui si è ispirato Giacomo Puccini per la sua Turandot.
In questa versione, Turandot è una crudele principessa, i cui pretendenti sono costretti a indossare una maschera per evitarne lo sguardo e rimanere, dunque, vittime della sua bellezza, a causa di un incantesimo lanciato da tre streghe: solo colui che riuscirà a risolvere tre difficili enigmi potrà averla in sposa; ma chi fallisce anche uno solo dei quesiti, è destinato a morire decapitato per mano stessa della glaciale Turandot.

Per la showgirl si tratta di un’interpretazione stimolante, proprio perché si misura con un personaggio dalle molte sfaccettature. Drammaturgicamente più debole risulta il personaggio del principe Calaf, salvato dalla capacità interpretativa di Pietro Pignatelli, impegnato a dare anima e spessore a un uomo in cerca di risposte e d’amore, che riuscirà a fare breccia nel cuore della glaciale principessa, grazie al suo calore e alla sua scaltrezza.

Nuovi personaggi per una storia senza tempo

Accanto al nucleo centrale, costituito dai protagonisti ispirati alla tradizione della favola persiana e dell’opera di Puccini, lo spettacolo sviluppa nuovi personaggi, come le tre malefiche, subdole ed energiche streghe: Tormenta, Gelida e Nebbia, che si contrappongono direttamente agli irresistibili Ping, Pong e Pang, consiglieri dell’imperatore Altoum (Paolo Barillari).

Un altro personaggio tutto nuovo, in cui le piccole spettatrici possono – secondo il regista – facilmente identificarsi – è la Bambina della Luna (Daniela Simula), che prevede e può cambiare il futuro. Insieme al saggio e abilmente didascalico Signore del Sole (Sergio Mancinelli), ecco un’ulteriore coppia che sul palco provoca scintille, poco importa se si tratti di calore o di ghiaccio.
Inoltre è interessante notare come a ognuno di questi personaggi, corrisponda un particolare e specifico fraseggio musicale, una sorta di I am song, che ne identifica l’ingresso sul palco.

Parola d’ordine: contaminazione

I 18 brani che compongono la colonna sonora originale mantengono specifici riferimenti melodici alle aree più famose di Puccini: dal Coro a bocca chiusa (Madama Butterfly), passando perfino a un’inaspettata versione pop di Nessun dorma, cantata in duetto da Cuccarini e Pignatelli: un momento accolto con insolito tripudio rispetto a quello riservato solitamente alle esecuzioni liriche, ma non per questo meno efficace.
Non mancano accenni al repertorio disco-pop (Santa Esmeralda, ma anche l’Aida di Elton John, in una sorta di ideale omaggio “museale” a Puccini e soprattutto nella scena in cui Turandot si trova nella sua camera circondata dalle ancelle). Il numero musicale in completo stile musical (La maledizione a Pechino) si fa attendere, poiché inserito nella scena che accompagna il pubblico verso il classico lieto fine.

Gli arrangiamenti di Davide Magnabosco, pur attingendo a un repertorio musicale vasto e consapevolmente diversificato, fungono da contrappunto alla drammaturgia dello spettacolo, senza tuttavia portare avanti la storia, compito che sembra affidato soprattutto ai personaggi.
Se la contaminazione è ormai la cifra stilistica degli allestimenti firmati da Maurizio Colombi, è anche plausibile che questo sia l’allestimento più maturo e meno disneyano mai realizzato dal regista.

Visto il 26-11-2017
al Arcimboldi di Milano (MI)